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Supralunar Official Website | ||||||||||||||
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Ci credete se vi racconto che nella fredda Svezia esiste una band che se ne sbatte altamente di Hardcore Superstar, Backyard Babies, The Hellacopters e compagnia o briscola bella! Convincersene è difficile, ascoltare è facile e da soddisfazione. Fieri del loro monicker, ripreso dalle teorie di Aristotele, i Supralunar se ne escono fuori dal coro e piazzano 5 songs di grandissima caratura. Alcuni li hanno definiti come dei Beatles altamente energetici e selvaggi, altri li vedono come una mistura fra Foo Fighters e The Sweet, The Rock Explosion invece si riserva di dipingerveli come la risposta nordica ai The Wildhearts più beatlesiani. Il sound dei Supralunar richiama molto spesso quello della creatura di Ginger. Le particolari melodie di scuola inglese, sono senza dubbio il fulcro dell'universo caro ai Supralunar, e l'energia dei riffs, spesso estremamente potenti ed incisivi, ne costituiscono un compendio ed un ulteriore punto di forza. "People Like Us" apre mettendo in luce tutte le componenti sopraccitate: le chitarre vibrano costruendo riffs squadrati, a volte al limite del metal, dai quali spuntano cori conturbanti. La magia si ripete con "Nine Candles", che mi ha ricordato una specie di incontro fra "Vanilla Radio" e qualche song dei The Sweet. Stupore giunge all'ascolto di "La Diabla" che distorce la propria indole rock su tappeti di chiara ispirazione spagnoleggiante; con tanto di parti di chitarra acustica prettamente "spanish". Pur richiamando in parte i Queen di "Innuendo", questo è l'episodio più originale del dischetto, e ci mostra quanto i Supralunar siano capaci di misturare, con successo, inpulsi provenienti dalle scene più disparate. Si prosegue con "Understand", più vicina alle songs iniziali, ed ulteriormente impreziosita da un finale nel quale le tastiere si ritagliano un ruolo di rilievo. La chiusura è affidata a "Supralunar", che parte soffusa per poi farsi sempre più aggressiva, fra tastiere, alcuni inserti "spaziali", elettricità e la verve melodica tipica della band. L'opera di songwriting di questo trio di Stoccolma è certamente lodevole, tanto quanto le doti tecniche delle quali i ragazzi sono in possesso. 20 minuti scarsi di musica, vivamente consigliati a tutti coloro che sentono il bisogno di riscoprire le origini del rock, in una chiave attuale, senza preconcetti di sorta. Non perdeteveli! Recensione Realizzata da Bruno Rossi. |
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